Protesi di Gamba


Camminare, saltare, correre sono azioni quotidiane che ciascuno di noi compie naturalmente, frutto di un processo di apprendimento iniziato fin dalla tenera età e trasformatosi poi in quello che si dice un automatismo.

Quando per la mancanza o perdita totale o parziale dell’arto inferiore queste azioni così naturali non sono più possibili, l’adozione di una protesi di gamba ben realizzata sarà in grado di restituire, dopo un adeguato periodo di adattamento e di accettazione della nuova situazione, una larga parte delle funzionalità perse. Scopriamo di più su questo elemento così prezioso alla cui realizzazione il CENTRO ORTOPEDICO UMBRO lavora con professionalità e competenza da 40 anni: la protesi di gamba.

Tipi di protesi di gamba

La mancanza parziale o totale dell’arto inferiore può dipendere da cause differenti. Alla base può esserci un difetto congenito oppure essere la conseguenza di un’amputazione che si è resa necessaria a seguito di:

  • esito dovuto a malattie metaboliche (es. diabete, arteriopatia periferica)
  • lesione dovuta ad infortunio sul lavoro, incidente stradale, ferite di guerra
  • presenza di una grave deformità
  • infezioni gravi
  • tumori che aggrediscono le ossa e/o i tessuti molli.

Esistono varie tipologie di protesi di arto inferiore, in grado di garantire al soggetto il recupero di differenti livelli di funzionalità e assolvere a diverse finalità. Conosciamo di più sulle diverse classificazioni.

In base al livello di amputazione dell’arto inferiore

Qualunque sia la causa che ha portato alla necessità di una protesi, dal livello di amputazione dell’arto inferiore discendono importanti caratteristiche della protesi da realizzare.

Partendo dal livello minimo di amputazione, per arrivare fino a quello massimo, si può parlare di:

  • amputazione del piede o di una sua parte
  • amputazione transtibiale
  • disarticolazione del ginocchio
  • amputazione transfemorale
  • disarticolazione dell’anca

Il caso di amputazione transtibiale (sotto il ginocchio), nella quale si esegue l’asportazione di porzioni di tibia e perone, la protesi dovrà prevedere un piede protesico collegato tramite un “invaso” al moncone della gamba (intesa come parte che va dal ginocchio alla caviglia).

In questo caso è sempre previsto l’utilizzo di una cuffia in silicone o in gomma espansa, posizionata tra l’invaso ed il moncone.

Per un’amputazione transfemorale (sopra il ginocchio), che arriva ad intaccare il femore, la protesi sarà costituita da un piede protesico, un’articolazione di ginocchio, dei componenti di collegamento e l’invaso che andrà ad ospitare la parte residua di coscia che costituisce il moncone.

La protesi di coscia definitiva per amputazione transfemorale realizzata dal Centro Ortopedico Umbro è a contatto totale e può avere, a seconda delle caratteristiche di amputazione del soggetto che dovrà indossarla, un sistema di ancoraggio dell’invaso al moncone di tipo:

  • kiss – ovvero con fascia regolabile posizionata sull’invaso
  • a vuoto pneumatico – la protesi aderisce al moncone attraverso il sottovuoto generato grazie ad un sistema a tenuta pneumatica.
  • Cuffia in silicone con ancoraggio ad anelli distali
  • Cuffia in silicone con ancoraggio distale con perno

Tutti i sistemi di ancoraggio assicurano saldamente l’invaso alla parte residuale di coscia, allo scopo di garantire un’andatura più sicura ed una camminata più fluida.

Sia la protesi transtibiale sia la protesi transfemorale prevedono un rivestimento (detto anche cosmetica) per renderle esteticamente simili all’arto mancante.

In base alla finalità della protesi

Considerando invece le diverse finalità per le quali sono realizzate, le protesi di gamba del Centro Ortopedico Umbro possono essere distinte in:

  • temporanea
  • definitiva
  • da bagno
  • sportiva

Il Centro ortopedico Umbro definisce “temporanea” la prima protesi sulla quale lavora. Tale protesi ha già tutte le caratteristiche della definitiva, ma ha un invaso adeguato ad un moncone che necessariamente tenderà a subire delle modificazioni fisiche sensibili che si hanno in genere nel primo periodo successivo all’intervento di amputazione e che dovrà essere quindi sostituito.

La protesi definitiva è una protesi che ha una durata maggiore, regolata in modo da rendere la camminata più fluida possibile e garantire il massimo comfort a chi dovrà indossarla, quindi considerando anche le abitudini e le aspettative del paziente.

La protesi da bagno viene realizzata in quanto per i componenti ed i materiali che la costituiscono, una protesi definitiva non può essere utilizzata a contatto con l’acqua. Per consentire al paziente di svolgere in autonomia attività giornaliere come ad esempio fare la doccia oppure sottoporsi a cure con idroterapia, dedicarsi alla pesca o praticare degli sport acquatici, viene predisposta una protesi da bagno. Tale protesi di arto inferiore è realizzata con materiali che possono essere immersi e presenta degli accorgimenti che ne facilitano l’uso in ambienti quali piscine o spiagge.

Le protesi sportive hanno invece la finalità di garantire alla persona amputata la possibilità di esprimere tutto il potenziale del quale è dotata nel momento in cui affronta una gara sportiva amatoriale oppure agonistica. Sono frutto di un’avanzata progettazione che tiene conto anche delle caratteristiche dello specifico sport praticato e possono essere realizzate in una vasta gamma di materiali come la fibra di carbonio, speciali leghe di alluminio oppure in titanio.

È bene sottolineare che l’adozione di una protesi non appena ricevuto il parere favorevole da parte del fisiatra o del fisioterapista è molto importante per diversi aspetti tra cui: il recupero precoce di alcune delle funzionalità perse, la possibilità di un più veloce reinserimento sociale.

Per la buona riuscita di quello che è un progetto con diversi attori, oltre al lavoro dei tecnici ortopedici, risultano indispensabili la collaborazione e un forte spirito di adattamento del paziente che, prima ancora che fisicamente, dovrà accettare dentro di sé la nuova situazione.

In base alle componenti

Le protesi si possono suddividere anche in protesi tradizionali (o esoscheletriche) e protesi modulari (o endoscheletriche).

Le prime sono realizzate in resina oppure legno e possono essere costituite da una invasatura, una componente che accorpa ginocchio e polpaccio ed infine il piede. Le pareti, che ricalcano la forma di un arto, assolvono principalmente ad una funzione di sostegno del corpo.

Tali protesi non sono più molto diffuse, ma vi sono alcuni casi in cui si rende necessaria la loro adozione ad esempio quando il paziente rifiuta altri tipi di protesi, se lavora in particolari ambienti non compatibili con l’utilizzo di protesi modulari oppure per la realizzazione di protesi di arto inferire che verranno utilizzate a contatto con l’acqua o per consentire le immersioni. Sono realizzate a partire da elementi prefabbricati in legno o in resina, che vengono assemblati e successivamente, in modo progressivo, sottoposti ad adeguamenti nella forma e ad allineamenti di tipo statico. Le caratteristiche di questa protesi la rendono indubbiamente meno gradevoli da un punto di vista estetico, ma più robuste e con meno manutenzione.

Le protesi modulari o endoscheletriche sono quelle oggi più diffuse, grazie alla maggiore possibilità di allineamento e registrazione delle componenti che la rendono più facilmente adattabili alle caratteristiche fisiche e motorie del paziente garantendo così un miglior recupero delle funzionalità perse.

Possono essere costituite da diverse componenti: invasatura, giunto di collegamento all’invasatura, ginocchio, tubo modulare di collegamento e piede. In questo tipo di protesi la struttura tubolare ha una funzione portante ed è realizzata in materiali quali carbonio, alluminio oppure acciaio, tenendo in considerazione il peso del soggetto che la dovrà indossare. Il Centro Ortopedico Umbro nei casi in cui è richiesto, realizza protesi di arto inferiore per amputazione transfemorale montando il ginocchio elettronico C–LEG: primo sistema di protesi d’arto inferiore completamente controllato da un microprocessore e dotato di una unità idraulica in grado di adeguarsi in tempo reale alle esigenze del paziente a partire da alcuni parametri rilevati da sensori.

Esteriormente può essere presente un rivestimento detto cosmetica realizzato in materiale plastico. Tale rivestimento ha la finalità di rendere l’aspetto della protesi quanto più simile all’arto sano in modo da ridurre il senso di disagio e i timori di chi dovrà indossarla. Allo scopo attraverso il rivestimento vengono replicate in modo simmetrico la forma e le caratteristiche dell’arto sano.

Realizzazione della protesi di gamba definitiva

Quando il fisiatra ed il fisioterapista stabiliscono che il paziente è pronto per la protesi di gamba definitiva è possibile partire con la sua realizzazione. Per garantire un ritorno alla vita quotidiana, in linea con lo stile di vita e le aspettative di chi dovrà indossarla anche per molte ore al giorno, assume una fondamentale importanza la scelta dei materiali impiegati e della componentistica utilizzata; per assicurare un buon livello di accettazione, inoltre, anche l’aspetto estetico dovrà essere particolarmente curato.

Le fasi di realizzazione di una protesi di gamba definitiva sono 4 oppure 5, a seconda del tipo di protesi richiesto, vediamole in dettaglio.

Misurazione: vengono prese le misure del moncone su calco in gesso, necessarie per modellare un invaso adatto ad ospitarlo al suo interno. In questa fase il tecnico ortopedico dovrà ricercare la forma ottimale ovvero quella in grado di assicurare il maggior comfort possibile al paziente. L’invaso è infatti la parte direttamente a contatto con il soggetto e qualunque imperfezione deve essere corretta.

Prova dell’impronta: è un passaggio fondamentale, richiesto nei casi di protesi per arto inferiore per amputazione transfemorale. La prova viene eseguita caricando in vario modo il peso del corpo sull’impronta realizzata, eliminando eventuali imperfezioni riscontrate fino ad ottenere il raggiungimento del massimo confort possibile. Solo in questo modo l’invaso che verrà realizzato a partire dall’impronta permetterà un collegamento ottimale tra moncone e resto della protesi.

Prova della protesi: quando la protesi è quasi pronta e all’invaso sono state aggiunte tutte le necessarie componenti il paziente la indossa e, insieme al tecnico ortopedico, definisce gli ultimi aggiustamenti da fare per metterne a punto la funzionalità e massimizzarne il comfort. È in questa fase che vengono regolati: l’altezza, l’inclinazione delle varie componenti, il grado di apertura e di chiusura che può assumere il ginocchio, gli agganci tra le diverse parti.

Consegna: qualche giorno dopo l’ultima prova la protesi definitiva viene consegnata.

Controlli successivi: periodicamente il paziente dovrà effettuare delle verifiche funzionali della protesi in modo da prevenire in tempo utile eventuali problemi derivanti dall’usura della stessa.

Il futuro della protesi di gamba

Dalla prima protesi di gamba, un ginocchio artificiale rinvenuto in una tomba risalente al 300 a.C. e realizzato con i materiali allora disponibili (legno, bronzo, ferro e cuoio), i progressi sono stati indubbiamente enormi.

La storia della protesi di arto inferiore prosegue ancora oggi: l’interesse e la continua ricerca in questo settore, le nuove possibilità legate ai progressi della scienza e della tecnologia lasciano intravedere ulteriori possibili sviluppi per la realizzazione di protesi sempre più avanzate, in grado di garantire un maggior recupero delle funzionalità perse e di facilitare l’adattamento e l’accettazione della stessa da parte del paziente.

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